Strade per le auto o strade per le persone?
#ACCESSIBILITA' Il traffico nelle città: come le scelte viabilistiche modellano gli spazi urbani.
È evidente come il traffico deteriori profondamente la qualità della vita nelle città e limiti la fruibilità degli spazi pubblici. Sebbene possa apparire un'affermazione ardita, è ormai documentato che l'eccessiva presenza di automobili nelle strade impatta direttamente anche sulle relazioni sociali, trasformando quello che storicamente rappresentava uno spazio di incontro, la strada, in un mero canale di transito veicolare.
La creazione di infrastrutture ciclabili e l'integrazione della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo realmente accessibile, al pari delle auto, offre una risposta concreta a diverse problematiche urbane: favorisce gli spostamenti, migliora significativamente la congestione, riduce l'inquinamento e protegge la salute delle persone che vivono in città.
Eppure dobbiamo ancora confrontarci con resistenze significative alla evoluzione della città verso una dimensione equa in cui auto, bici e pedoni trovano spazio in forma equilibrata. Le città 30 - dove il limite di velocità è fissato a 30 km/h per limitare i danni alle persone in caso di incidente, oltre che rumore e inquinamento - non sono ben accolte e l'uso della bicicletta viene spesso ignorato o addirittura demonizzato nel dibattito sulla mobilità urbana.
Se la qualità urbana viene considerata esclusivamente dal punto di vista architettonico, come risultato di un processo basato su elementi statici e fissi, non si comprendono le profonde connessioni tra spazio fisico, modalità di spostamento e impatto dell'eccessiva presenza di veicoli sulla vita sociale.
Le strade sono l'ossatura della vita comunitaria, spazi di incontro e socialità che il predominio dell'auto ha gradualmente eroso. Per ripensare efficacemente la qualità urbana, è necessario adottare una prospettiva integrata che consideri il rapporto tra mobilità e vivibilità, individuando nella fruibilità delle strade la radice del problema della qualità della vita in città e nello spazio pubblico.
Una evidenza scientifica dell’impatto del traffico sulla socialità
Già nel 1969, l’impatto negativo del traffico veicolare sulla vivibilità delle strade era stato analizzato e documentato scientificamente.
Uno degli studi più significativi in questo ambito è quello di Donald Appleyard e Mark Lintell, condotto tra il 1969 e il 1970 a San Francisco. La loro ricerca ha fornito le prime evidenze empiriche sugli effetti del traffico veicolare sulla qualità della vita e sulle dinamiche sociali negli spazi urbani.
Confrontando strade residenziali simili per caratteristiche fisiche e architettoniche, ma con volumi di traffico differenti, lo studio ha rivelato che nelle strade più trafficate il tessuto sociale si indeboliva progressivamente. Il rumore e il flusso costante di veicoli limitavano le interazioni tra gli abitanti, che sviluppavano meno relazioni di vicinato e restringevano il proprio senso di appartenenza alla sola abitazione, anziché estenderlo all'intera strada. Anche la presenza dei bambini diminuiva visibilmente, segnale di una crescente inospitalità dello spazio urbano.
Differenze tra le strade "Light Street" (basso traffico) e "Heavy Street" (alto traffico):
Volume di traffico:
Light Street: Circa 2.000 veicoli al giorno.
Heavy Street: Fino a 16.000 veicoli al giorno.
Interazioni sociali:
Light Street (basso traffico): i residenti hanno in media tre volte più amici e il doppio delle conoscenze rispetto a quelli di Heavy Street. Questo suggerisce una maggiore socialità e interazione tra i residenti.
Heavy Street (alto traffico): le interazioni sociali sono significativamente ridotte, con meno opportunità per gli incontri casuali.
Fonte: Appleyard e Lintell (1969).
Qualità ambientale:
Light Street (basso traffico): maggiore qualità ambientale e un ambiente più sano per i residenti, con meno inquinamento acustico e atmosferico.
Heavy Street (alto traffico): condizioni ambientali più inospitali a causa del rumore e dell'inquinamento. Progressivo adattamento dei residenti a queste condizioni e conseguente riduzione della permanenza in questi spazi.
Utilizzo degli spazi pubblici:
Light Street (basso traffico): spazi pubblici attivi, utilizzati per giochi, conversazioni e altre attività comunitarie.
Heavy Street (alto traffico): spazi pubblici sono considerati come corridoi di transito, con scarsa o nessuna attività sociale. La strada da luogo di socialità diventa una semplice arteria di transito.
Percezione dello spazio:
Light Street (basso traffico): gli abitanti percepiscono la strada come parte del loro territorio e utilizzano gli spazi pubblici per attività sociali.
Heavy Street (alto traffico): con l'aumento del traffico, lo spazio percepibile come proprio viene progressivamente eroso e l'ambiente diviene sempre meno accogliente per le interazioni sociali.
Questa ricerca conferma scientificamente come il traffico veicolare, attraverso l'assetto della mobilità che genera, impatti profondamente sulla qualità dell'ambiente e del paesaggio urbano, rendendolo più o meno ospitale. Le scelte viabilistiche si rivelano quindi vere e proprie scelte progettuali che possono rafforzare o erodere il senso di comunità e di appartenenza nei nostri quartieri.
Le evidenze emerse rispecchiano ciò che molti di noi già avvertono nella vita di tutti i giorni. Vi ritrovate in questa percezione?
Foto di Lorenzo De Simone